I due conigli con due nomi improbabili - ultimi arrivati in
casa Cataratta - per nostra sfortuna godono di salute di ferro: sporcano, rosicchiano,
scavano, rompono qualsiasi cosa si trovi sulla loro traiettoria. Camuffati in
un chilo cadauno di morbido pelo, hanno il peso specifico dei mufloni e la
cazzimma spietata di fiere selvagge. Qualcuno, tra cui la sottoscritta,
sostiene che in realtà siano conigli mannari. Li odio dal profondo e sogno di
vederli presto in un forno con le patate. Se qualcuno volesse sottrarli al loro
triste destino arrosto, è pregato di farsi avanti nel più breve tempo
possibile.
Gatto Rocco ha finalmente trovato il suo equilibrio
interiore, giace inscalfibile tra il letto e il divano e somiglia in maniera
inquietante a Jeffrey Lebowski. Rifiuta con fermezza la lettiera di silicio, si
nutre perlopiù di blatte rosse, cura la sua igiene personale con inspiegabile
parsimonia e detiene il primato di felide più brutto dell'orbe terracqueo. Ama
Madama Cataratta in maniera cieca e incondizionata e lei dal canto suo, lo
apprezza molto.
Egle ha sviluppato un'ossessione compulsiva per i suoi
riccetti biondi, che vuole sempre acconciati in una sghemba coda di pallina
(messy bun per i più internescional), riesce a pepetiare per 16 ore consecutive
senza mai riprendere fiato e passa dalla risata argentina al lamento da prefica
in un batter di ciglio. A dispetto dei suoi natali partenopei, ostenta senza
pudore tratti di torresità congenita, quella più insolente e adorabile (propongo
#cutetorresità come hashtag dell'anno). Ogni mattina si sveglia e mi ricorda
quella cosa. Quale cosa? Le mutande di zia Rosa. A questo punto, secondo lei,
dovrei ridere.
Matilde ha concluso il suo primo anno di elementari con
risultati che gonfiano il cuore di orgoglio materno, legge qualsiasi cosa le
passi tra le mani, perde denti con cadenza quindicinale e osserva il mondo
attraverso gli occhiali rosa, con una determinazione sulla cui natura la madre
si interroga ogni giorno. E' uno scricciolo di scarsi 20 chili, tenera e
volitiva, severa e equilibrata. Non perde un evento mondano nel raggio di 5 chilometri neanche
se glielo prescrive il medico. Ad un colloquio, la maestra ha sentenziato:
"Tranquilla, Cataratta, potresti anche essere una pessima madre. Lei vola
altissimo anche da sola".
Lo Squinzio ha trovato finalmente un senso alle sue nevrosi
notturne, ingaggiando un'aspra lotta contro i netturbini della raccolta
differenziata, sbadati e ignavi a suo dire. Ogni cartone dimenticato diventa un
buon motivo per una segnalazione all'ASIA. Il rumore del camion della
spazzatura è l'unico sollievo alla sua insonnia. Questo 2016 gli ha regalato
meritate soddisfazioni lavorative e qualche pozzanghera familiare (che però ha
gestito con diplomazia che è la sua forza più grande). Saltuariamente tenta
qualche goffa incursione nel trash per compiacermi, per poi tornare a
rifugiarsi nei suoi mattoni sulla storia del pensiero evoluzionista. Ci segue,
anzi ci insegue con amorevole rassegnazione.
La Madama Cataratta si prepara con poca convinzione a
scavalcare la soglia degli -enta, si sente inchiodata alle sue responsabilità e
ogni tanto progetta brevi e rinfrancanti fughe. Ha un'agenda verde menta con
cui pensa di avere il controllo del suo tempo, ma che in realtà è solo la causa
di una tendinite nuova di zecca. È molto impegnata a guardasi l'ombelico,
parlare di se stessa, trovare una nuova dimensione, rifuggire da un rigurgito
di adolescenza che proprio non ci voleva. Si è iscritta persino in palestra,
con non poca vergogna ma tanta soddisfazione. Impiega scampoli di tempo facendo maratone su Netflix, lascia scadere la roba in frigo, sta
organizzando per la prima volta nella sua vita una festa per soli adulti. Sente
che è giunto il momento di esprimere gratitudine per quello che è e per quello
che ha. Sono mesi che cerca le parole, ma proprio non ci riesce.
Comunicazione di servizio: Sabato 2 luglio, se sopravvivo ai
preparativi (improbabile), festeggerò i miei 30 anni nella Maison Cataratta,
tra vino, canti e balli (suonerà La Terza Classe, se non li conoscete fate un
giro al centro storico o su youtube).
Sì, ci sarà contemporaneamente la partita dell'Italia e no, non abbiamo
la TV in casa. O meglio ce l'abbiamo, ma un incendio ha bruciato l'antenna (non
è una boutade). A tutti quelli che mi stanno affliggendo l'anima con questa storia degli europei, ve lo devo dire: B-A-N-A-L-I.
Procuratemi un'antennista e salvatemi dalla debacle.
Procuratemi un'antennista e salvatemi dalla debacle.
Vi vorrei tutti, ma proprio tutti, perlomeno con il cuore.
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